Quelle di Tokyo 2020 sono state Olimpiadi da ricordare per l’Italia!
Il nostro Paese si è aggiudicato la decima posizione e ha collezionato ben 40 medaglie tra oro, argento e bronzo. Il Medagliere Italiano vede frantumati tutti i record passati e supera gli ottimi risultati sia delle competizioni di Roma del 1960 che di quelle di Los Angeles del 1932. Ben tre ori in più rispetto a Londra nel 2012.
L’obiettivo di migliorare l’edizione di Rio de Janeiro 2016 con 28 medaglie (8 d’oro) è stato ampiamente centrato. Negli ultimi 21 anni l’Olimpiade con più riconoscimenti per l’Italia era stata quella di Sydney 2000 con 34 medaglie, un traguardo che è stato superato giovedì 5 agosto, una giornata davvero speciale, in cui il nostro Paese è salito sul podio ben 5 volte con un oro, tre argenti e un bronzo.
Ma le sorprese di questa edizione non finiscono qui: un italiano di origini Italo-Americane, Marcell Jacobs, vince per la prima volta la staffetta dei 100 metri, eseguita in 9”80, il nuovo record europeo, portando così sul gradino più alto del podio il nostro Paese. Altra nota da ricordare, l’oro nel ciclismo su pista, grazie agli italiani Francesco Lamon, Simone Consonni, Jonathan Milan e Filippo Ganna, che hanno battuto il record del mondo in 3’42”032.
Tra le novità dell’edizione di quest’anno c’è anche lo skateboarding. La decisione di inserire questa disciplina tra gli sport olimpici è stata presa nel corso della 129^ sessione del CIO (Comitato Olimpico Internazionale) di Rio de Janeiro. Ad aggiudicarsi la medaglia d’argento in Giappone è stato il dodicenne Hiraki, che ha confermato così quanto detto dal Presidente della FIRS (Federazione Italiana Roller Sport), Sabatino Aracu cioè che si è trattata di “una scelta orientata ai giovani” quella di aprire la strada ai cosiddetti giochi di strada. Questi, infatti, attirano le nuove generazioni e il mondo dell’online molto più degli sport classici. Oltre allo Skate sono state inserite anche altre quattro discipline: Softball, Baseball, Arrampicata, Karate e Surf.
Non solo sport, a ben guardare, durante i Giochi, ma anche molta politica. Sono almeno 161 gli atleti e le atlete parte della comunità LGBTQ che hanno partecipato a Tokyo 2020. Tra questi c’è stata Laurel Hubbard, la prima atleta transgender in gara alle Olimpiadi da sempre; anche se non ha conquistato il podio come ha affermato l’atleta “l’importante è stato partecipare”.
Altro sportivo ad aver portato alla ribalta i diritti e la presenza del mondo LGBTQ in queste Olimpiadi è stato Tom Daley, medaglia d’oro nei tuffi sincronizzati dai 10 metri, sposato a un uomo, grande appassionato di lavori a maglia e all’uncinetto. Era stato infatti ripreso sugli spalti mentre assisteva alle gare dei compagni sferruzzando la lana, senza paura di essere giudicato.
L’altro tema portato alla ribalta questa estate è stato quello delle seconde generazioni: nella nostra nazionale, infatti, il 38% degli atleti Italiani ha origini straniere e molti di loro sono saliti sul podio con la maglia della nostra nazionale. Il presidente del Coni Giovanni Malagò ha colto l’occasione di questo successo per rilanciare la proposta dello IUS sportivo: ovvero il riconoscimento della cittadinanza Italiana per gli atleti nati all’estero.
Anche l’ex campionessa mondiale e argento olimpico di salto in lungo, Fiona May, ha espresso così la sua opinione sulla questione dell’integrazione: “Lo Ius soli nell’atletica c’è già, da noi non esistono diversità”. Insomma ci sono stati ottimi risultati per l’Italia alle Olimpiadi di Tokyo 2020 (posticipate a luglio 2021 a causa del Covid-19), sotto molteplici punti di vista, e speriamo che a Parigi 2024, luogo e data delle prossime competizioni mondiali, miglioreremo ancora il record di medaglie vinte. Forza Azzurri!
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