“Un articolo vintage”. “Una moda passeggera”. “Oggetti per vecchi collezionisti nostalgici”. Chi pensava questo del vinile dovrà ricredersi: secondo la Federazione Industria Musicale Italiana (FIMI) negli ultimi due anni la vendita del disco in PVC ha superato quella del CD.
Nei primi tre mesi dell’anno 2022 il mercato del vinile è cresciuto del 121% rispetto allo stesso periodo del 2020. Questi dati sono stati commissionati dalla FIMI all’agenzia Deloitte, che ogni anno si occupa di stimare e catalogare i supporti musicali più venduti.
Nello specifico, il vinile ha portato al mercato discografico italiano ben 4,7 milioni di ricavi in euro rispetto ai 4,4 milioni del CD, che ha registrato un calo annuo del 6%. Dopo oltre trent’anni dal 1991 – data in cui si ebbe l’ultimo record di vendite del supporto in PVC – torna il gran ‘sorpasso’ del vinile, sorpasso avvenuto in tutto il mondo, non solo in Italia.
Secondo il Global Report di IFPI – la Federazione mondiale della discografia, ovvero il corrispettivo della FIMI su scala planetaria – il mercato del vinile ha avuto un guadagno di ben 15 milioni di dollari nel 2020 con una crescita del 2,5% rispetto all’anno precedente.
Al di là dei numeri, ogni disco è un’opera a sé, ogni copertina ha la sua storia, ogni musica il suo grande racconto. “Il disco ha la stessa nobiltà del libro”, afferma Renzo Arbore nel 1980. A sostegno di questa affermazione elenchiamo alcuni esempi di copertine cult di LP: l’album Horses (1975) di Patti Smith, in copertina mostra la cantautrice in abiti maschili, in una posa che ricorda Frank Sinatra e cita Frida Khalo. La foto, scattata utilizzando una Polaroid dal fotografo Robert Mapplethorpe, cattura l’essenza della poetessa del punk rock e della sua musica, entrambe espressione e simbolo di una rivoluzione culturale e sociale. Altra copertina iconica è Nevermind (1991) della band Grunge Nirvana: l’immagine del bambino che nuota nudo in una piscina e insegue in acqua un dollaro appeso come esca ad un amo, è tra le più famose della storia. La totale innocenza del neonato che compie uno dei gesti più naturali – nuotare in acqua, ricordo ancora vicino del liquido amniotico- è contrapposta alla spietata denuncia di un mondo capitalista capace di rendere il denaro un’esca anche per neonati: il bimbo sembra già attratto dal denaro. Infine, la copertina Abbey Road dei The Beatles; fù scattata la mattina dell’8 agosto del ‘69, dal fotografo MacMillan. Inizialmente i Beatles dovevano andare ai piedi del monte Everest e scattare lì; tuttavia, per l’impazienza di concludere il lavoro, Paul McCartney ebbe un’idea brillante: uscire e fare uno scatto proprio dove si trovavano, su Abbey Road. Non fu facile scegliere il momento ideale, la band attraversò la strada sei volte, alla fine fu scelto il quinto tentativo. La storia dello scatto e il suo significato sono stati, e sono tutt’ora, fonte di ipotesi, indagini e misteri tali da creare una vera propria leggenda.
Ma perché il vinile piace a tal punto da diventare un vero e proprio oggetto di culto per alcuni collezionisti? A spiegarlo è Martina Libutti, proprietaria del più grande negozio di vinili di Roma, il Welcome to the jungle: “Le persone comprano il vinile perché è un supporto fisico molto bello e la qualità audio è superiore al CD. Esistono copertine realizzate da degli artisti che sono delle vere e proprie opere d’arte, come la famosa copertina dei Velvet Underground con raffigurata la banana di Andy Worhol, questa è emblematica dal punto di vista artistico”. Ma chi è che acquista i vinili? “Sono aumentati i giovani che li preferiscono allo streaming – continua Martina – I vinili più venduti sono ancora i classici: I Pink Floyd, i Beatles, David Bowie, sulle cose più attuali vanno tanto gruppi come i Maneskin.“
E a chi dice che la qualità del suono del vinile è inferiore a quella del cd non possiamo che rispondere che quello che spinge un individuo ad acquistarne uno è “un sentimento irrazionale”, come afferma Tracey Thorn, scrittrice e musicista britannica; che aggiunge: “Ha un significato posare accuratamente il disco sul piatto di un giradischi e abbassare la puntina. È un gesto reverenziale, rituale e forse amiamo del vinile anche gli scatti, i pop e i fruscii, i rumori di fondo e quel leggero sibilo misterioso che sembra arrivare da chissà dove, forse dal luogo in cui vive la musica”.