Le arti marziali sono uno degli aspetti più affascinanti della cultura cinese, note in Occidente anche grazie alla maestria di personaggi come Bruce Lee. Il celebre attore e regista praticava il Kung Fu precisamente nello stile “Wing Chun”, tecnica che affonda le sue radici nella storia dei monaci guerrieri del tempio Shaolin.
Il Kung Fu Shaolin ha origine nel V secolo tra le mura di un tempio nella provincia dello Henan nella parte centrale della Cina ed è uno dei più antichi esistenti. Le sue tecniche principali nascono dall’osservazione attenta di come attaccano e come si difendono i vari animali e dall’individuazione dei punti forti di ognuno: lo strisciare del serpente, il salto della scimmia, il balzo della tigre, il danzare della mantide.
Il Kung Fu Shaolin non è una semplice disciplina sportiva, bensì un’unione di allenamento fisico, meditazione e studio dei principi e teorie del Buddhismo. Il primo tempio Shaolin Si, il Monastero della Giovane Foresta, fu fondato nel 477 d.C. per ospitare i monaci indiani giunti per tradurre dal sanscrito i testi sacri del buddismo appena propagatosi nell’Impero di Mezzo.
Dopo la sua nascita, il tempio Shaolin ebbe una storia movimentata e subì la distruzione su ordine di tre imperatori che, timorosi del potere dei monaci-combattenti, ne ordinarono per decreto la demolizione per ben tre volte, nel 556 d.C., nel 589 d.C. e nell 890 d.C. Ogni volta il monastero fu ricostruito dalle fondamenta.
Nella seconda metà del XVII secolo, durante il dominio della dinastia Ching, i seguaci dello Shaolin Kung erano talmente abili che il governo ne ordinò lo sterminio, insieme alla distruzione definitiva del loro luogo sacro. Furono inviate numerose truppe armate sul monte Sung, con lo scopo di estinguere la comunità religiosa. I monaci Shaolin opposero una resistenza così forte da riuscire a respingere ogni assedio. La svolta ci fù solo quando Chan Man Wai, un funzionario governativo ambizioso e senza scrupoli, congiurò con alcuni monaci, e uno di questi (Ma Ning Yee) si lasciò convincere a tradire i suoi compagni incendiando il monastero di nascosto.
Durante l’incendio morì la maggior parte degli esperti di arti marziali. Solo pochi combattenti riuscirono a mettersi in salvo; tra questi i “Cinque Anziani”, capi dei cinque principali stili Shaolin: la maestra buddista Ng Mui, il maestro Chi Shin, il maestro Pak Mei, il maestro Fung To Tak ed il maestro Miu Hin. I sopravvissuti si divisero per avere maggiori probabilità di salvarsi dalla persecuzione del governo dei Manciù.
Fu così che l’antichissima arte marziale Shaolin sopravvisse a tutti gli attacchi ed è giunta fino ai nostri giorni fino a diventare una importante cifra identitaria cinese e uno degli orgogli nazionali.